Daniele De Battè – Artiva Design

Qual è il vostro approccio a nuovi progetti?

Parlare Parlare Parlare
Disegnare Disegnare Disegnare.
Cerchiamo di consegnare al cliente il miglior design possibile, curando il progetto in ogni dettaglio e ponendoci domande quali:
A chi è rivolto?
Cosa ci piacerebbe vedere?
Come ci vorremmo promuovere?
Qual è la migliore soluzione?
L’intento è quello di creare un segno libero dal proprio tempo, non complesso, lineare e “sincero” e soprattutto  essere coerenti con la nostra metodologia.

Ho notato che all’interno dei vostri lavori c’è una prevalenza dell’utilizzo del bianco e nero, è puramente una scelta stilistica?
La scelta del bianco & nero oltre che una scelta stilistica e di gusto personale è il riflesso del nostro pensiero.
Un foglio bianco e una penna nera…niente di più.
Partiamo dalla composizione ed elaboriamo la forma. Ciò che per noi ha maggior interesse è l’equilibrio degli spazi bianchi.
L’assenza del colore è un vincolo prezioso che rivela solo l’ essenziale, una regola che contribuisce a mantenere il contrappunto tra due “voci”compositivamente interdipendenti. Come in musica, la struttura è basata su una formula matematica, una griglia geometrica formata da elementi primari che si armonizzano in sistemi più articolati. Questo si può osservare anche in natura, dove rigorosi schemi semplici formano strutture molto complesse. Strutture che però hanno bisogno di “assenze” per creare ritmo e regolare gli spazi. In musica il silenzio è importante, quindi l’assenza è la vera soluzione della composizione. Nel disegno tipografico lo spazio negativo dei caratteri “lega” le lettere in modo ritmico e armonico .
L’assenza e il vuoto sono gli elementi fondamentali che caratterizzano le nostre composizioni.
Assenza & presenza
bianco & nero.
C’è qualche progetto in particolare di cui vorrebbe parlarci?
Particolarmente apprezzato è stato il progetto “Lettera 22” (Documentario su Adriano Olivetti).
Siamo partiti dallo sviluppo di un monogramma identificativo e incisivo, conferendo al 22 una linea sinuosa, a ricordo del nastro inchiostrato della mitologica macchina da scrivere.
Questo marchio ha risolto da solo l’intera immagine dei manifesti, locandine, inviti, DVD e tutto il materiale promozionale.
La storia della Olivetti si potrebbe raccontare anche attraverso le meravigliose locandine e pubblicità, curate da artisti e grafici di livello internazionale, come Giovanni Pintori che in modo innovativo sviluppò messaggi grafici di impatto.
Questi messaggi di apertura che Olivetti lanciò già dagli anni 30 sono stati utili per sviluppare le basi della nostra nuova linea grafica.
Cosa  pensa del panorama attuale della grafica in Italia?
Siamo molto contenti di vedere che il”sottobosco” grafico si sta rigenerando.
Personalmente ho notato che c’è una particolare attenzione all’uso dei caratteri tipografici e alla composizione che ricorda la classica ma mai tramontata scuola di Ulm (Hochschule für Gestaltung),
della quale facciamo tesoro anche noi.
Insomma, si ritorna ai sani principi di una buona composizione e di un buon progetto sviluppato su basi solide. Per citare  Max Bill “Form, Function, Beauty = Gestalt”.
Il lavoro del grafico non dovrebbe limitarsi ad eseguire le richieste dettate dal cliente, ma dovrebbe essere anche un impegno ad informare e “istruire” rendendo il committente partecipe al progetto,
attraverso la consapevolezza di quello che comporta il processo creativo, così da disciplinare il suo occhio alla visione e migliorare la comunicazione tra le parti.
Quali sono i grafici e studi a cui si ispira, se ce ne sono?
Come ho già detto per noi la scuola di Ulm è stata di grande ispirazione, figure come Otl Aicher hanno influenzato il nostro modo di progettare e non meno influenti sono state la Bauhaus e la Vechutemas (suprematismo e costruttivismo).
Altre figure importanti sono state Josef Muller Brockmann, Armin Hofmann, Josef Albers e Wim Crouwel, ma anche artisti come Sol Lewitt per le sue concettualità e Malevic per il suo “Quadrato nero” (1915)  che segna un punto fondamentale nella storia, un’opera senza tempo.
Anche la musica ha sempre avuto un’influenza sul nostro lavoro, è solo ascoltando, osservando e facendo che si impara. Un altro dei concetti fondamentali nel quale abbiamo sempre creduto è la multidisciplinarietà, non esistono pareti che dividono Architettura, Arte, Grafica, Musica ecc… Un palazzo può comunicare un messaggio come lo può comunicare un manifesto.

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