Ci vuole un po’ di PEPATO

Cos’è PEPATO?

Pepato è un nuovo studio di comunicazione visiva che nasce dalla passione di tre amici: Davide Santoli Brand & Graphic Designer, Tobia Latino User Interface & Motion Designer, Matteo Casadei Web Developer. Dopo differenti percorsi professionali ci siamo ritrovati con in mente un’idea comune, non quella di conquistare il mondo, ma la volontà di realizzare progetti di qualità. Secondo noi non bisogna necessariamente nascere a Londra, Milano o Berlino per essere sensibili al buon design (in verità è che a NY City non c’erano locali decenti in affitto). Ci piace lavorare creando una solida base, per poi procedere alla creazione di “un tutto”, con un’estrema attenzione ai dettagli. Crediamo che un “biglietto da visita” o un “Sito Web” non siano altro che un’applicazione di una identità, di un concept che va studiato e progettato a priori. Il design e la comunicazione non corrispondono a stampare un foglio di carta o scrivere del codice html.

Come nasce l’idea tra i collaboratori del progetto?

Parlando del progetto “Note di gusto” dobbiamo sottolineare che l’iter progettuale tra noi e il committente è stato influenzato positivamente dal rapporto che già ci legava in precedenza. Questo ha permesso lo svolgere di incontri in un clima totalmente sereno e aperto. Ci è stata concessa completa fiducia fin da subito, elemento fondamentale per la riuscita di una buona collaborazione e, di conseguenza, di un lavoro ottimale. A partire dai primi incontri abbiamo analizzato le esigenze del cliente, come immaginava la propria attività e a chi “dovevamo parlare”. Nel cliente era già chiara la linea che desiderava dare al proprio locale, e trovandoci d’accordo sulla direzione abbiamo percorso tale strada. Internamente abbiamo elaborato le richieste per poi creare varie moodboard da presentare in modo da concretizzare con linee, colori e forme i concetti di cui si era parlato. Solo dopo avere definito chiaramente le basi su cui muoverci, siamo passati alla fase di design, mettendo su carta degli elaborati da presentare al cliente. Partendo dalla creazione del logo abbiamo progettato una brand identity che potesse accompagnare il locale nel tempo. Quando si crea un’identità completamente nuova è importante far assaporare al cliente quello che in realtà esiste solo nella testa dell’art director, di conseguenza bisogna giocare con un mash-up di elementi esistenti.

Quali riferimenti avete preso durante l’iter progettuale?

Partiamo dal concetto che non crediamo ad una musa ispiratrice che scende dal cielo e ti dona l’illuminazione per ogni progetto, o forse è esistita ma ora vista la crisi sicuramente si è stancata di regalare informazioni e se le tiene tutte per se. Crediamo invece ad una attento lavoro di ricerca, di ispirazione e di cultura. Siamo costantemente alla ricerca di come si muove la contemporaneità a livello globale, non scordandoci la base storica disegnata dai grandi maestri. Partendo da ciò che è stato concepito dai professionisti che si possono considerare

delle istituzioni del Graphic Design, affianchiamo una ricerca sui nuovi trend, soprattutto per quanto riguarda il web design che, per la natura stessa del supporto e per la sua “recente” nascita, è in piena fase evolutiva. Non neghiamo che riteniamo le regole della Scuola Svizzera un vero e proprio mantra e cerchiamo sempre di rielaborarle in base alle necessità del progetto in corso.

Quali limitazioni vi sono state imposte?

Lavorando sulla base di esperienze concrete cerchiamo di presentare il progetto sempre con una buona argomentazione che lo supporti, evitiamo categoricamente il “ti piace?”. Pensiamo che il nostro lavoro vada oltre al gusto estetico dettato dalla moda, che come sappiamo ha vita breve. Dal cliente non ci aspettiamo un “wow”, ma un riconoscimento a lungo termine che si presenti dopo una valutazione attenta dell’elaborato e dopo reali riscontri. Grazie a questo, tutto ciò che viene messo in discussione durante i vari incontri con il cliente non è visto come una serie di limitazioni, piuttosto come un occhio diverso e un approccio differente dal nostro e indubbiamente utile. Ogni informazione che ne esce è indispensabile per portare avanti il progetto. Nello specifico di “Note di Gusto”, abbiamo concepito un design che si sposasse al meglio con la struttura interna ed esterna del locale, creando un’ottima intesa con tra noi e l’architetto.

Cosa significa essere un Graphic Designer oggi in Italia?

Secondo noi essere Graphic Designer significa fondere informazione e comunicazione, significa emozionare, significa essere cosciente che ciò che andrai a realizzare avrà un impatto sulla vita delle persone, significa educare in maniera silenziosa, significa creare e trovare soluzioni nuove, significa sensibilizzare… troppo spesso purtroppo significa saper usare i programmi a computer. Nascendo in piena crisi economica crediamo che sia il buon lavoro e la qualità dei progetti il modo giusto per uscirne. Le persone, e di conseguenza le aziende, sono stufe di spendere soldi in quello che dilettanti del nostro settore propinano per comunicazione visiva, ma nello stesso momento, vista l’ambiguità del settore e forse la scarsa cultura all’immagine, è difficile distinguere un investimento da una spesa.

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